Sono un fottuto uomo della strada.
E, nonostante sia passato da quasi due anni alla sponda radicalchic (ma preferisco "senza pensieri") di Steve Jobs per lavorare ai miei mille progetti culturali, rimango un uomo del pensiero, della battuta last-minute, del colpo ad effetto sulla parola messa lì sul dischetto del rigore in attesa di tempi migliori.
Sono un fottuto uomo della strada, perché quando ho letto lo slogan del 25° Salone Internazionale del Libro di Torino, "Primavera Digitale", non ho potuto fare a meno di riderci su inventando il titolo del presente articolo che vi introduce in questo magico mondo pieno di piccoli editori che come puffi cercano di scampare dalle grinfie dei vari Gargamella-Mondadori e Birba-Einaudi fra una raccolta di Pufbacche e l'altra.
E allora viva Loretta Goggi, i suoi "che importa se" e tutte le stramaledette primavere.
Che importa se hanno inventato gli E-books. Continuo a sfogliare la carta. Anche se i miei libri sono anche in digitale, se scrivo le ultime stesure ovviamente al computer e se l'odissea nello spazio che Zio Stanley ci dipinse è regredita in un mero piacere ludico per bambini di ogni età. L'unica Guerra Stellare è quella fra Sony Playstation e Nintendo Wii.
Che importa se la gente continua ad entrare negli stand (veri e propri negozi!) delle grandi case editrici comprando libri che vedono tutti i giorni nelle librerie, invece che fare come quei dieci piccoli indiani sulle tracce del libro introvabile, dell'argomento ineditabile ad alti livelli. Io chiudo la fila suggerendovi con i segnali di fumo digitali due chicche che ho reperito con l'orecchio in terra, ascoltando l'arrivo del grande cavallo di ferro:
1 - "Storie di fantasmi per il dopocena" di Jerome Kapkla, Mattioli, 9 euro
2 - "Sir Gawain e il Cavaliere verde" di J.R.R. Tolkien, Ed. Mediterranee 12,90 euro
Lo sapete ora cosa ho voglia di fare?
"Voglia di stringersi e poi..."
E poi seguitemi...
Torno tra poco...